Amazon Francia aumenta i costi per i rivenditori

Amazon Francia aumenta i costi per i rivenditori dopo l’approvazione della legge “GAFA”

Il gigante americano della vendita on line ha annunciato un aumento del 3% delle tariffe di gestione ai rivenditori del mercato francese per assorbire i costi derivanti dalla legge sul digitale voluta dal governo Macron.

La risposta del gruppo di Jeff Bezos non si è fatta attendere: dopo l’entrata in vigore della web tax fortemente voluta dal governo francese, Amazon annuncia di non voler coprire di tasca propria la tassazione del 3% sugli introiti del gruppo in Francia e di prevedere, a partire dal 1 ottobre 2019, un aumento dei costi di gestione degli spazi di vendita di tutti i rivenditori francesi o operanti su questo mercato.

La cosiddetta tassa “GAFA” (Acronimo di Google, Amazon, Facebook, Apple poiché rivolta in primis a questi gruppi ma anche a giganti della prenotazione on line come AirB&B e Booking), è entrata ufficialmente in vigore l’11 luglio 2019, e impone la tassazione non dei benefici, dichiarati in maggior parte in paesi come l’Irlanda che prevedono agevolazioni fiscali importanti, bensì del fatturato generato direttamente sul mercato francese. Secondo il Ministro dell’Economia Bruno LeMaire, questa è una legge di “giustizia sociale” e coinvolgerà una trentina di grandi gruppi digitali, ovvero coloro che fatturano almeno 750 Milioni di Euro nel mondo e 25 milioni in Francia.

Amazon giustifica la sua decisione di far pesare la tassa del 3% sui rivenditori che utilizzano la sua piattaforma dichiarando di “non essere in condizioni” di assorbire questa nuova imposta. “Questa tassa colpisce direttamente il servizio del marketplace che mettiamo a disposizione dei rivenditori con i quali lavoriamo. Non abbiamo altra scelta se non di recuperarla direttamente da loro”, dichiara il gruppo in una nota diffusa alla stampa d’oltralpe. “Operando in un settore estremamente competitivo e con margini bassissimi, ed investendo massivamente nella creazione di strumenti e servizi destinati ai nostri clienti e ai nostri venditori, non siamo in grado di assorbire i costi derivanti da una tassa sul fatturato”. Secondo il gigante americano, questa situazione potrebbe mettere in posizione di svantaggio competitivo i rivenditori che operano sul mercato francese rispetto ai loro concorrenti di altri paesi e per questo sono state allertate le autorità di vigilanza competenti.

Quest’ultima nota del comunicato di Amazon tocca un argomento sensibile ed estremamente importante: in ottica di omnicanalità e fluidificazione dei confini territoriali proprio grazie al contributo del web e dell’e-commerce, leggi e tassazioni di questo tipo dovrebbero essere pensate e applicate a livello europeo o OCSE e non essere parte di un’iniziativa isolata che ha come risultato un possibile inasprimento dei rapporti economici e diplomatici tra paesi. E mentre l’argomento è sul tavolo dei ministri dell’economia di tutta Europa, il presidente americano Trump ha espresso il suo più forte dissenso alla legge GAFA, definendola un diretto attacco alle imprese digitali statunitensi e minacciando ritorsioni su più fronti: “Ho sempre detto che il vino americano è migliore di quello francese”.

Contatti

[widget_contatti]