Ecommerce e gioielleria: il lusso, online, diventa più raggiungibile

Un settore che farà faville anche nel Belpaese

Da una recente ricerca di Google e Ipsos, risulta che il lusso in Italia è più vivo che mai, e sta trovando nel canale digitale un importante vettore del processo d’acquisto. Se la spesa media per gioielli e orologi, nel nostro Paese, ammonta a circa 2.000 euro, ben il 71% degli acquirenti del settore luxury cerca le prime informazioni su Internet, mentre quasi la metà continua ad affidarsi allo smartphone anche quando si trova in un negozio tradizionale.

È nelle boutique fisiche, infatti, che si conclude l’85% delle vendite, ma… ancora per poco: secondo McKinsey & Company, il web commerce del lusso sta per raggiungere l’acme di popolarità e potrebbe triplicare il suo fatturato entro il 2025!

Le web-jewelry crescono, tra sfide e opportunità

Anche per chi compra abitualmente online, acquistare oggetti preziosi è ben diverso dal mettere nel carrello beni di largo consumo. Dunque, per cogliere tutte le opportunità offerte da un mercato in ascesa, le aziende dovranno innanzitutto puntare su piattaforme ad hoc, capaci, da un lato, di sfruttare le motivazioni che animano gli acquirenti di gioielli − quelle, per intenderci, che occupano i gradini più alti della piramide di Maslow − e, dall’altro, di vincere le criticità che gli e-store del lusso si trovano inevitabilmente ad affrontare. Tra queste ricordiamo, per esempio: l’impossibilità di vedere dal vivo e toccare i prodotti, il timore della contraffazione e le remore a utilizzare su Internet la propria carta di credito (contrastabili, queste ultime, proponendo modalità di pagamento diversificate e sicure).

Ma, oltre a rassicurare gli utenti, i web gioiellieri dovranno garantire un’esperienza sensoriale paragonabile a quella offerta dai punti vendita tradizionali. La mancanza di tatto, dunque, andrà compensata con l’amplificazione della percezione visiva − ottenibile ricorrendo a foto e video ad altissima risoluzione. L’importanza dell’elemento visuale, d’altronde, è confermata anche dalla citata ricerca Ipsos, secondo cui, nel 21% dei casi, sarebbero proprio le immagini a determinare le decisioni d’acquisto.

Un altro bisogno da soddisfare è la necessità di “viaggiare” tra il virtuale e il reale. Considerando che l’età media di chi compra articoli luxury si è abbassata dai 48 ai 34 anni e che il 94% di questi consumatori utilizza lo smartphone per effettuare ricerche e acquisti, è facile presumere che un tale target, così tecnologicamente capace, sia raggiungibile tramite app dedicate in grado di valorizzare l’iter d’acquisto.

Non a caso, secondo Françoise Hernaez Fourrier − direttrice del planning strategico Ipsos − oggi il 75% dei clienti del comparto luxury si aspetta un’offerta creativa e audace. E la stessa creatività è richiesta a brand e rivenditori che, anche sui loro siti, devono sapersi raccontare con uno storytelling di valore.

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