Una ricerca americana della BBC ha esaminato che il 63% degli acquirenti donne che hanno comprato abiti online negli ultimi sei mesi hanno effettuato almeno un reso di prodotto.
Le aziende che vendono online ritengono che il reso gratuito ha rappresentato negli ultimi anni una fetta importante del loro business,una politica utile per facilitare la circolazione della merce favorendo la gestione delle spedizioni e-commerce, ma allo stesso credono che i costi legati al reso rischiano di creare delle perdite di bilancio.
Gli analisti del consumo di Savvy Marketing hanno riscontrato mediante una survey su coloro che hanno comprato abbigliamento online nei sei mesi precedenti a maggio 2016, che il 56% delle persone intervistate ha reso uno o più abiti al mittente. La cifra era molto più alta per gli abiti da donna.
L’incremento dei resi per le aziende del fashion
La gestione del reso è un trend in crescita che aumenta di pari passo con l’utilizzo sempre più diffuso dell’acquisto tramite smartphone da parte del target 18-24.
La rivoluzione dello smartphone, ha infatti reso lo shopping sempre più immediato, offrendo la possibilità di ordinare diverse taglie, restituendo praticamente più della metà di quello che si compra.
La problematica diffusa è che i capi resi molto spesso non sono in condizioni tali da poter essere venduti nuovamente. Questo causa un ulteriore spreco, che potrebbe coprire 40 campi di calcio in 1 giorno, dice Tony Mannix, CEO di Clipper, un importante operatore logistico americano.
Le soluzioni delle aziende per la gestione del reso
Una delle soluzioni più diffuse per ovviare alle possibili perdite per le aziende è l’inserimento dei costi di reso e di spedizione nel valore di vendita del prodotto. Così facendo però vengono nascoste all’utente queste dinamiche. E’ una strategia commerciale puramente soggettiva condotta dall’azienda nei confronti dei suoi consumatori. In ogni caso, il consumatore, per legge, ha diritto ad esercitare il diritto di reso gratuito entro 14 giorni lavorativi dal ricevimento della merce. Ciò significa che il consumatore può avvisare l’azienda quando intende restituire la merce entro il quattordicesimo giorno lavorativo ed entro altri 14 giorni restituire fisicamente la merce per ottenerne il rimborso.
Le dinamiche dell’acquisto online sono e resteranno molto diverse da quelle dell’acquisto in-store, nonostante i passi da gigante della tecnologia digitale e virtuale. Nel frattempo la problematica del reso rimane irrisolta e le aziende continuano a pubblicizzare il reso gratuito e la consegna gratuita della merce, anche se questo comporta perdite in bilancio. Della serie.. “Meglio un uovo oggi che una gallina domani!”.