L’Italia è un Paese ritenuto ancora “acerbo” sotto il profilo dell’utilizzo delle nuove tecnologie, dei sistemi di pagamento virtuali e degli e-shop, tuttavia negli ultimi anni gli acquisti online hanno registrato un notevole incremento e i profitti derivanti da questo commercio sono cresciuti esponenzialmente. In un’analisi del Consorzio Netcomm si legge che nel 2017 gli acquisti online cresceranno di circa il 20%, raggiungendo la quota di 23 miliardi di euro in termini di valore.
I numeri e i trend positivi evidenziano il ruolo chiave del commercio elettronico nel futuro economico del nostro Paese. Un altro dato su cui riflettere è che l’e-commerce business to consumer in Italia sembra non conoscere la crisi dei consumi. Citando un articolo pubblicato su il Sole 24 Ore: “Nonostante il calo delle vendite al dettaglio (-0,5%) registrato dall’Istat a dicembre e il dato sostanzialmente stabile con cui si è archiviato il 2016 (+0,1%), quest’anno a dare la spinta agli acquisti online sarà non solo la ripresina del Pil (+0,9% la crescita attesa da Bankitalia), ma la maggior propensione delle famiglie italiane a fare shopping online: sono in aumento sia il numero degli acquirenti che la frequenza e lo scontrino medio”.
I cambiamenti di approccio all’acquisto online da parte dei consumatori italiani riguardano anche i settori merceologici. Se il turismo ha subìto un decremento dal 50 al 44% del totale delle transazioni online, sono cresciuti in modo significativo l’informatica e l’abbigliamento, ma la vera novità è rappresentata dai settori beauty, arredamento e food & grocery. Gli e-commerce nel settore alimentare sono sempre più diffusi e, anche se al momento coprono solamente il 3% del mercato elettronico, nei prossimi dieci anni occuperanno la fetta più grossa del commercio elettronico a livello globale.
Le opportunità per le aziende italiane
Per un Paese come l’Italia, che nel settore Food non ha rivali al mondo, è un’occasione da non lasciarsi sfuggire per rilanciare un’economia che non riesce a rivitalizzarsi.
Bisogna purtroppo segnalare che le imprese italiane non hanno ancora compreso gli enormi vantaggi per il business connessi alla rivoluzione digitale delle vendite soprattutto oltre frontiera. La Repubblica riporta i dati dell’Osservatorio Export della School of Management del Politecnico di Milano: le esportazioni del made in Italy che viaggiano online assorbono appena il 4% del totale dell’export per circa 6 miliardi di euro. Questo dato si comprende perfettamente se si collega alla citata analisi Netcomm: le imprese italiane che hanno sviluppato strategie di vendita multicanale sono solo 40 mila, contro le 800 mila in Europa.
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