Soluzioni per l’internazionalizzazione del mercato in contesti turbolenti

L’internazionalizzazione e la globalizzazione oggi.

Qual è il rapporto tra globalizzazione e tecnologia? Come spiegare il nesso tra il digitale e il modo in cui il Made in Italy compete sui mercati internazionali? Al Campus Scientifico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, il 26 maggio si è tenuta la presentazione della ricerca promossa da Calicantus, BigCommerce e Upskill 4.0, con l’intervento del prof. Stefani Micelli.

Global economy, digitalizzazione e risorse umane i grandi protagonisti della ricerca presentata al Campus Scientifico dell’Università Ca Foscari di Venezia durante l’evento “Old Commerce or BigCommerce? Soluzioni per l’internazionalizzazione dinamica e selettiva in contesti turbolenti”. L’evento del 26 maggio scorso è stato promosso da Calicantus e BigCommerce(NASDAQ: BIGC) una delle principali piattaforme di e-commerce Open SaaS per marchi B2C e B2B consolidati e in rapida crescita e Upskill 4.0, spin off dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, start up innovativa e Società Benefit.
Sono numerosi gli spunti emersi durante la convention presieduta dal prof. Micelli, docente di economia e gestione delle imprese all’Università di Venezia, studioso della trasformazione del sistema industriale italiano.

LA GLOBAL ECONOMY È IN RITIRATA

La narrativa che abbiamo ereditato dai decenni passati corrisponde ad un’idea di mondo completamente aperta agli scambi commerciali, fondata sull’annullamento progressivo delle differenze tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, tra ideologie politiche, tra paesi occidentali e orientali. Un approccio cavalcato per molto tempo da imprese globali, che proponevano prodotti indifferenziati e raccontavano un universo composto da consumatori omogenei.
L’evoluzione della storia, condizionata dagli avvenimenti degli ultimi 20 anni, ha però proiettato le aziende in uno scenario ben differente: alcuni eventi internazionali hanno portato ad una rapida interruzione di questo processo. A sfatare il mito della globalizzazione sono infatti eventi recentissimi, come l’ostruzione del Canale di Suez, la chiusura di Mc Donald in Russia, la crisi in Sri Lanka.
L’attuale crisi della Global Economy era però tutt’altro che inaspettata: già il crash finanziario del 2008 ha segnato un profondo mutamento nel movimento del capitale a livello internazionale. Pandemia e Guerra hanno inoltre messo a dura prova la libera circolazione di merci e persone negli ultimi 3 anni. Tutti elementi che hanno portato a riconsiderare il problema della distanza tra i Paesi, non solo da un punto di vista geografico ma amministrativo, economico e politico.
Sono dunque 3 i modelli di imprese che oggi possono sopravvivere ad una crisi preannunciata dall’andamento dei mercati dopo il 2008:
Imprese multinazionali capaci di personalizzare l’offerta con prodotti regionali e promuovendo l’assunzione di risorse umane locali;
Aziende tecnologiche (es. Google) che forniscono prodotti in grado di superare qualsiasi frontiera, con un forte vantaggio competitivo;
Imprese di nicchia (Made in Italy) che si distinguono per un prodotto riconoscibile, particolare, e possono sfruttare il commercio digitale per imporsi nel mercato internazionale senza urtare la sensibilità politica dei Paesi: sono una grande opportunità.

IL DIGITALE COME CAMBIO DI STRATEGIA: COMUNICARE CON I CLIENTI E ANALIZZARE I DATI

“L’Italia oggi ha imparato a competere dismettendo l’economia di scala e intraprendendo un percorso di adattamento alle richieste della clientela che oggi vengono amplificate dall’utilizzo consapevole e intelligente della tecnologia – sostiene il prof. Micelli – il valore della relazione mette in moto una dinamica di scambio, apprezzamento e ideazione di un prodotto personalizzato, così com’è insito nel modello italiano.”
L’impatto del digitale per il Made in Italy è intervenuto nel creare un modello di business volto alla flessibilità produttiva derivata dall’interazione con il cliente finale.
Secondo uno studio di Banca IFIS e l’Università, le Top PMI sono competitive nell’84,4% dei casi grazie all’elasticità produttiva su richiesta del cliente; nel 58,1% per prodotti unici e distintivi e nel 45% per un’offerta più ampia rispetto alla concorrenza. Limitata l’attenzione per prezzi inferiori alla concorrenza, che scende al 13,1% per le imprese Top, rispetto all’opinione delle PMI Medie (26%).
In questo scenario l’87,5% delle Top PMI afferma che le tecnologie svolgono il ruolo di abilitatore per competere in termini di flessibilità e personalizzazione dell’offerta, il 76% nell’efficienza del processo produttivo e nel 64,6% migliora la competitività internazionale. Anche il tema dell’ecologia inizia ad avere un ruolo rilevante nell’opinione delle imprese: il 35,4% sostiene che la digitalizzazione possa migliorare la sostenibilità ambientale.
Le PMI top performer si dimostrano capaci di adattarsi velocemente al contesto di mercato, creando nuovi canali distributivi, sviluppando nuovi prodotti e posizionandosi nella filiera in tempi molto contenuti.

La strategia per le imprese italiane si fonda dunque sul valore della relazione con il cliente: i canali proprietari, dichiarano gli intervistati, permettono una maggiore cura delle interazioni. Nella ricerca condotta da Casaleggio Associati, il 47% delle imprese intervistate preferisce infatti una presenza internazionale grazie all’e-commerce gestito in modo autonomo. Di questi, solo il 7% è presente a livello mondiale con i marketplace.

La soluzione è nella valorizzazione della nostra capacità di dialogare e comunicare: investendo in un’infrastruttura digitale che consenta di monitorare e quantificare i dati, sistemi CRM, leve per gestire le interazioni, analiticità per analizzare la capacità di presidiare il dialogo e come convertire in valore economico.
“I mercati sono conversazioni a patto che ci sia qualcuno che investa in numeri e qualità analitica del monitoraggio. Oggi le imprese stanno investendo in tutto questo, con risultati importanti.” – ribadisce prof. Micelli.
L’82% delle aziende si è già dotata di un sistema CRM o è in fase di implementazione e il 67% dei dirigenti marketing ritengono l’utilizzo di marketing analytics essenziale per la competitività, con un aumento di profitto che si aggira dal 5 al 15%.

LE RISORSE: TECNOLOGIA E PERSONE

Per gestire comunità e spiegare la complessità di un prodotto è indispensabile attrezzarsi con un backoffice strutturato: un sistema di tecnologie che assicuri regole, efficienza e sia in grado di gestire un’economia di scala. Dalla documentazione fiscale ai servizi di reso, dal supporto tecnico alla logistica, dalla gestione dei pagamenti al packaging, alla customer care, il servizio di Outsourcing è fondamentale per creare il rapporto con il cliente finale e aprirsi anche a nuovi mercati, B2B e B2C.
“La trasformazione digitale dell’e-commerce è in continua evoluzione: oggi infatti non si distingue più tra B2B e B2C ma si tende a parlare di B2X per valorizzare tutta la catena dei soggetti coinvolti – sostiene Valentino Bergamo, CEO di Calicantus – la crescita di Calicantus nell’ultimo anno è aumentata del 50% e gestiamo più di 70 e-commerce in oltre 100 Paesi del mondo”.
La leva per poter attivare la crescita sono dati, numeri ma anche le persone: oggi Le PMI trovano nella disponibilità di competenze adeguate l’ostacolo principale nell’adozione delle nuove tecnologie. La lunghezza dei tempi di implementazione dei sistemi tecnologici, probabilmente determinata dalle limitate competenze specifiche in azienda, è un altro fattore determinante per l’evoluzione delle aziende al 4.0

Competenza e professionalità scarseggiano, eppure sono fondamentali per cavalcare le sfide dei mercati. In questo contesto, il sistema rallenta le iniziative e mette in allerta gli imprenditori sull’investire in progetti innovativi.

Per internazionalizzare i Brand serve il MoR

Calicantus Srl si occupa di commercio elettronico con strategie omnichannel finalizzate ad ottimizzare il customer journey. E’ Merchant of Records di importanti aziende come Flos, Elica, Pampers, Segafredo, Consorzio Parmigiano Reggiano, Smemoranda, Selle Italia, per le quali si fa carico di tutte le operations dell’e-commerce: cura gli aspetti più delicati come customer care, logistica, spedizioni, resi e amministrazione, in totale outsourcing. In 15 anni di esperienza ha sviluppato un ecosistema strutturato fatto di persone, processi e tecnologie, che semplificano l’integrazione con i sistemi aziendali pre-esistenti, velocizzando il go-to-market per la vendita online omnicanale dei Brand.

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