Un ‘buon nome’ virtuale è il vostro capitale più prezioso
Secondo un’indagine realizzata da Idealo in collaborazione con Survey Sampling International, circa il 90% dei consumatori, prima di acquistare qualsiasi bene o servizio, valuta la sua percezione in rete. Basta tale dato a spiegare quanto la web reputation influisca sulle vendite. Sarà forse per questo che Michael Fertik la considera “più importante del denaro o del potere”…
Credibilità in rete: perché è vitale e quali strategie di digital marketing aiutano a gestirla in modo efficace
In un’epoca in cui dai big data si è passati ai cosiddetti big analytics, tutto ciò che pubblichiamo online − o che altri pubblicano su di noi − concorre a determinare quell’impronta digitale che, per Michael Fertik, sta diventando più rilevante del nostro conto in banca. Secondo l’autore di “The Reputation Economy”, su Internet siamo tutti senza veli, più esposti che dalle nostre finestre di casa!
Lo stesso principio vale anche per le imprese, la cui trasparenza in rete può rappresentare un rischio o, al contrario, trasformarsi in un fondamentale vantaggio competitivo.
Se un’azienda e la sua offerta risultano affidabili, infatti, i consumatori saranno portati a spendere di più. E se saranno soddisfatti dei loro acquisti, è probabile che inneschino un proficuo circolo virtuoso, commentando positivamente prodotti e servizi dell’azienda e rendendoli, così, sempre più ambiti e appetibili.
I vantaggi dell’essere credibili non finiscono qui: oltre a incrementare gli introiti, una buona immagine online assicura il favore di media e stakeholder, finendo per attrarre la migliore forza lavoro. E non è certo cosa da poco, se si considera che − come sosteneva Henry Ford un secolo fa − “nel bilancio di un’impresa non compaiono le due cose più importanti: la sua reputazione e i suoi uomini”.
D’altro canto, nel web le cattive notizie corrono sempre più veloci di quelle buone: ecco perché le pessime recensioni degli utenti e i giudizi negativi di blog e testate giornalistiche possono facilmente trasformarsi in “bombe reputazionali”.
Per comprendere la portata del fenomeno basti pensare che − stando a una ricerca ripresa da Forbes − una critica al brand presente sulla prima pagina di Google può ridurre le vendite del 22%. E le potenziali perdite salgono rispettivamente al 44% e al 59% se ai primi posti delle SERP appaiono 2 o 3 opinioni negative!
E’ quindi chiaro quanto sia importante investire nella digital reputation che, per essere gestita al meglio, necessita di persone e software adeguati.
Solo potendo contare sulle giuste risorse, infatti, è possibile monitorare costantemente il sentiment del pubblico, influenzarlo positivamentei, promuovere l’interazione diretta con il cliente e rispondere rapidamente ed esaustivamente anche alle critiche più accese.